Domenica 16 Ottobre 2011

RWC - All Blacks dominanti e in finale dopo sedici anni

La marea nera sommerge gli australiani per 20-6 e vola in finale. La formazione di Graham Henry ha dimostrato superiorità in tutti i fondamentali: gioco al piede eccezionale di Dagg e Cruden, grande partita delle terze linee sia in avanzamento sia nell'impatto fisico e una solida prestazione mentale di tutti i XV che hanno dominato l'avversario per tutti gli ottanta minuti.

PARTENZA DI RABBIA - Il risultato non inganna 20-6 per la Nuova Zelanda nella semifinale mondiale, con gli All Blacks che portano a casa una partita senza storia per 80 minuti sia nel punteggio sia dal punto di vista del gioco. Per partire con il resoconto di questo match si potrebbe elencare i fondamentali in cui i padroni di casa sono stati superiori ai loro avversari odierni: mischia chiusa, rimessa laterale, impatto fisico, gioco al piede, ripartenze rapide uno contro uno. Quello che invece risulta essere particolare è che è possibile capire come si delineerà l'andamento della partita dai primi tre secondi: Joubert fischia l'inizio, Quade Cooper al drop d'avvio, l'apertura fa rimbalzare sul terreno e calcia, ovale direttamente fuori. Quello che normalmente può essere interpretato come un errore veniale, nella partita di oggi ha una valore particolare, perchè questi pochi istanti sono sintomatici di una diversa attitudine mentale tra i due XV. In particolare il mediano apertura è il simbolo della differenza di approccio mentale tra le due squadre. Il 10 di Rotorua, che anche oggi ha dimostrato di essere una delle vere delusioni del mondiale, parte male e continua peggio: mancanza di lucidità, trasmissione imperfetta e problemi di handling che da uno come lui non ci si aspetterebbe. Dall'altra parte invece, il buongiorno si vede dal mattino per gli uomini di Henry che si stabiliscono nella metà campo Wallabies rimanendoci saldamente per i successivi trenta minuti.

BANDIERA NERA - Come detto nella prima mezzora gli All Blacks sono impressionanti: cariche centrali di Kaino e Read che prendono sempre la linea del vantaggi, Dagg e Jane sicurissimi nelle raccolte alte degli ovali calciati dai tre quarti australiani, Cruden solido nella trasmissione dell'ovale e nel gioco al piede. Anche in questo match i riflettori sono puntati sull'aperura Hurricanes che conferma le buone impressioni fornite nel quarto di finale contro gli argentini. Il talento del ventiduenne di Palmerston è cristallino e il suo affiatamento con Weepu e la cerniera dei centri permette di consegnare nelle mani di Dagg e Kahui ovali veloci edi qualità. Uno di questi viene trasformato dall'estremo dei Crusaders nell'azione che porta alla meta di Nonu: il sostituto di Muliaina prende il break al largo superando il primo placcaggio, taglia la difesa in diagonale e prima di essere portato fuori dal ritorno disperato di Cooper inventa un offload magico che il centro di orgine samoana raccoglie e schiaccia alla bandierina; Weepu non trasforma ma si fa perdonare poco dopo con un piazzato concesso per fallo di Pocock. Dopo questa partenza shock gli australiani cercano di rientrare nel match grazie al piede di O'Connor e un drop di Cooper che risponde ad un altro calcio di rimbalzo di Cruden. Fine primo tempo che termina 11-6.

IMPOSSIBILE RIENTRARE - Nella seconda frazione gli All Blacks riescono perfettamente a mantenere le distanze dai propri avversari, i 9 punti di Piri Weepu permettono ai Tuttineri di andare a distanza di doppio break chiudendo virtualmente il match a 10 minuti dalla fine. La prestazione degli australiani è stato deficitaria in molti degli uomini di punta, oltre a Cooper si sono visti poco anche un Pocock poco ispirato che ha concesso 5 calci di punizione e Ashley-Cooper non in grado di sostituire al meglio Beale. Proprio l'estremo aborigeno avrebbe potuto dare quell'imprevidibilità che è mancata alla formazione di Deans. Ovviamente non si può imputare all'assenza del 15 dei Rebels il risultato: gli All Blacks sono stati superiori e, finalmente, anche nella rassegna mondiale i migliori sono arrivati in finale.

REVIVAL '87- La finale di sabato ha un sapore dolceamaro per la nazione della felce. La Francia che incontreranno gli ricorderà di più quella battuta nell'87 o quella che ha mandato gli All Blacks a casa nelle edizioni '99 e '07? Quello che è auspicabile almeno per lo spettacolo è che i galletti non siano quelli sotterrati nel girone per 37-17.

Vai alla cronaca completa

Vai allo speciale RWC

Roberto Bolzoni - Redazione 4rugby

© RIPRODUZIONE RISERVATA