Lunedì 03 Febbraio 2014

Six Nations - L’importanza di perdere

Impressioni dal primo turno. Quanto conta una sconfitta all’esordio? Chiedere al Galles dello scorso anno.

AZZURRI - Come abbiamo spesso ripetuto la nazionale italiana ha come suo principale obiettivo stagionale il torneo del Sei Nazioni. Sabato lo abbiamo confermato. Credo che questa premessa debba essere ricordata come un mantra per valutare meglio nei prossimi anni il cammino dei nostri ragazzi durante tutti i momenti di attività, dai test match alle prestazioni nei loro club di appartenenza, senza dimenticare i settori giovanili. Questa premessa è fondamentale perché è vero che i risultati ed il gioco dei nostri ragazzi a giugno come a novembre sono stati deludenti e che Treviso non è più quella dello scorso anno e la Challenge è un disastro e che le Zebre ecc...ma il movimento deve capire, visto che ha dimostrato così tanta pazienza ed intelligenza che la difficoltà dei compiti che noi richiediamo ai giocatori italiani è sempre altissima e che il livello del nostro rugby non è adeguato a questo compito quasi in nulla. Questo non vuole dire che noi dobbiamo sconfortarci e smettere di sognare, anzi, vuol dire che dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione per giocare come abbiamo giocato sabato, anche se abbiamo perso meritando la sconfitta. La nostra nazionale è riuscita a lottare, a segnare, a giocare spesso ad armi pari e questo è stata in grado di farlo perché nel corso degli ultimi anni il movimento ha sperimentato, si è adattato, ha perso molte battaglie dentro e fuori dal campo accumulando esperienza e forza mentale e noi dobbiamo esserne felici, anche quando i risultati sono pessimi e, il sottoscritto per primo, vorremmo dire e a volte diciamo quanto siamo scontenti dei nostri colori.

CHI HA PERSO? – Le due squadre che hanno espresso il miglior rugby nel primo turno sono state Inghilterra e Irlanda. Gli inglesi hanno giocato un secondo tempo allo Stade de France praticamente perfetto alternando le varie fasi del gioco con grande perizia e dimostrando una volta di più che gli antagonisti europei agli All Blacks oggi sono loro. Gli uomini di Lancaster hanno dominato a larghi tratti i galletti che però hanno giocato il primo tempo lanciando il cuore oltre all’ostacolo e poi hanno avuto lo straordinario merito di non uscire mai dalla partita soprattutto dal punto di vista mentale, ancorandosi alla loro mischia chiusa che gli ha portato preziosi punti al piede. L’Irlanda invece ha affinato ulteriormente il proprio stile di gioco grazie al prezioso lavoro di Schmidt. Sexton e i suoi difendono come leoni imbragando tutto il possibile e poi ripartono con folate impressionanti in una spasmodica ricerca della verticale. La Scozia ieri non ci ha capito nulla. Francia e Galles sono fortissime infine ma pur avendo portato a casa importanti vittorie non mi sono sembrate così sicure della loro identità rugbistica. I gallesi forse, come spesso ci accade, hanno sottovalutato gli azzurri e questo potrebbe aver causato questo senso di appannamento della loro brillantezza. I francesi invece sono un immenso e confusionario magma di talento, problematiche gestionali e follia la cui comprensione è davvero ardua. Gli AB dicono che non si sa mai che vino hanno bevuto la sera prima ed è vero, possiamo aspettarci di tutto. Una certezza però ce l’hanno, la storia li vede favoriti alla vittoria finale, come ogni volta è accaduto dal ‘98 dopo il tour dei Lions. 

Pietro Lagorio - 4rugby.it