Domenica 25 Novembre 2012

Test Match – Italia, tre punti sotto il cielo

Nel terzo ed ultimo dei tre Cariparma Test Match, l’Italia lascia scappare l’Australia nel primo tempo ma domina il secondo e torna sotto fino a sfiorare il pareggio all’ultimo minuto. Qualche rimpianto per la truppa di Brunel ma anche tanta consapevolezza di potersela giocare con chiunque.

MILLE EMOZIONI - Amarezza, gioia, nervosisimo, disperazione, orgoglio, eccitazione, incredulità, rabbia: nell’arco degli 80 minuti tra Italia ed Australia c’è stato spazio per una sequela di sentimenti degna di una delle migliori sceneggiature hollywoodiane. Il primo tempo ci vede subito avanti con il facile piazzato di Orquera ma gli Wallabies non accusano il colpo e, anzi, piantano stabilmente le tende nel campo azzurro, punendo ogni indisciplina italiana con tre punti dalla piazzola. La nostra prima linea sbuffa nervosamente, Castrogiovanni e Lo Cicero vengono alle mani più di una volta con Robinson e Alexander, Ghiraldini e Moore non sono da meno. Si ha l’impressione che l’Australia sia venuta a Firenze per metterla sul piano della provocazione e approfittare dei nervi tesi italiani. La tattica funziona perché al minuto 18 arriva anche la meta di Cummins, troppo solo all’ala destra con la nostra difesa che non trova il tempo del ripiegamento. Gli Azzurri non trovano il bandolo della matassa, il nervosismo sale e concedono altri tre calci e restano anche in 14 per il giallo a Barbieri (fallo tanto ingenuo quanto plateale sotto gli occhi dell’ottimo fischietto Van der Merwe). Ma è questo episodio che dà la scossa al XV Brunel. Sotto 22-3 alla mezz’ora, gli italiani serrano le fila e riescono a ridurre il gap con altri tre punti di Orquera dalla piazzola. La prima frazione si chiude poco dopo l’uscita dal campo del Barone Lo Cicero (due costole rotte per il pilone siciliano), con l’Italia incapace di contrastare il gioco elementare degli Wallabies che hanno piazzato tra i pali tutto il piazzabile e controllato al meglio il match senza mai accelerare veramente.

IL PARADISO PUO’ ATTENDERE (FORSE) - Dagli spogliatoi esce però solo una squadra ed è quella di Brunel. Al 1’ del secondo tempo Barbieri schiaccia in meta un ovale scivolato dalla presa di Sitaleki Timani, Orquera trasforma e lo stadio intero ritrova quell’entusiasmo che sembrava perso. L’Australia non reagisce più anche perché la difesa azzurra è impeccabile e qualsiasi cosa tenti di intrufolarsi tra le nostre linee viene placcata e rispedita indietro di un paio di metri. In attacco maciniamo punti con il piede di Orquera e arriviamo fino al 19-22 che fa sognare tutto un movimento. Nel frattempo perdiamo Mirco Bergamasco, costretto ad uscire in barella (frattura scomposta della rotula) ma ciò dà ancora più carica all’Italia. La vittoria sembra possibile ma gli Wallabies si salvano fortunosamente in un paio di occasioni. Orquera e Masi sono indiavolati e rompono più di un placcaggio. L’Italia gioca splendidamente alla mano e per l’aggancio sembra solo questione di attimi. A cinque dal termine Orquera manda in touche un piazzato ma Giazzon e Vosawai non si trovano. Il terza linea di origini figiane si fa sfuggire in avanti l’ovale lanciato dal tallonatore e gli ospiti si salvano. L’Italia però c’è e si riporta in attacco orgogliosamente. L’occasionissima per il primo storico pareggio arriva a un giro di lancette dal termine con Ioane che placca alto uno dei nostri. Cartellino giallo per lui e piazzato per noi da circa 50 metri. Il calcio non è facile, la tensione si taglia col coltello e Lucianino da Cordoba non trova i pali. Il peccato in sé è veniale, il calcio esce di un paio di metri e da quella distanza un errore del genere è più che perdonabile, ma per l’economia del match si rivela fatale. Non c’è più tempo e gli uomini di Brunel devono rimandare l’appuntamento con la storia per l’ennesima volta. Fa rabbia vedersi rifiutati per l’ennesima volta all’entrata del paradiso ma, con prestazioni come quella di ieri, prima o poi le porte si apriranno. E se non si apriranno, manderemo i nostri avanti a sfondarle.

Marco Previtali – Redazione 4rugby.it

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