Lunedì 21 Gennaio 2013

Amlin Challenge Cup - Tutta sta fatica e poi…

Nessuna sorpresa in testa ai gironi ma certo è che i risultati dell’ultimo turno di coppa in Europa consegnano dei quarti terribili alla Challenge, con le tre squadre defluite dall’Heineken Cup che fanno davvero paura.

I QUARTI - Bath è la migliore prima delle 5 pool di Challenge e quindi sfiderà nel suo splendido Recreation Ground la peggiore se così si può definire, lo Stade Francais del nostro Parisse. Fino a qui tutto bene, come direbbe Hubert ma le altre tre partite causano il più classico sobbalzo sulla seggiola: Gloucester, che continua ad alternare buone prestazioni a figure meno degne, affronterà infatti la prima agghiacciante ex Heineken Biarritz, che come se non bastasse è campione in carica delle competizione; Perpignan avrà l’onere di ospitare l’odiata corazzata di Toulouse invece, senza dubbio una delle squadre migliori al mondo con Guy Novès furioso che ieri ha perso a Leicester una qualificazione in Heineken alla vigilia quantomeno probabile; la strada più impervia però è capitata senza dubbio ai London Wasps di Masi e Staibano che a Londra vedranno arrivare proprio loro: i due volte campioni d’Europa in carica di Leinster.

GLI ITALIANI LO FANNO PEGGIO - Alla vigilia si pensava addirittura andasse peggio l’ultimo turno di Amlin per le nostre squadre: Calvisano infatti si è salvata uscendo sconfitta dal campo di Agen solo 19 a 9 e trainando ancora metaforicamente la spedizione azzurra, che per il resto però anche lo scorso fine settimana è stata letteralmente spazzata via dagli avversari. Prato è stata umiliata in casa 0 a 47 da Grenoble, Perpignan ha dominato 40 a 22 Rovigo come da copione e Mogliano è stata subissata 0 a 54 da Bayonne in terra veneta. Insomma Italia-Francia 31 a 160! Sì direte voi che era scontato, che loro sono più forti e che il paragone è attualmente improponibile ma il problema è che continuando così il nostro movimento rende il paragone inattuabile, impossibile, irrealizzabile. Il problema va risolto subito, anzi andava risolto già tempo fa e ora ne subiremo le conseguenze inevitabili; senza un campionato forte, giocato da giocatori italiani o di vera formazione italiana non riusciremo mai ad essere competitivi sotto ogni punto di vista. Se non riusciremo a risolvere i problemi della formazione dei nostri giocatori, delle strutture del nostro rugby e della folle distribuzione territoriale del nostro sport non arriveremo mai da nessuna parte, anzi, verremo superati da chi ci sta dietro e a quel punto la rimonta sì che sarà davvero un miraggio.

Pietro Lagorio - 4rugby.it