Venerdì 30 Novembre 2012

Test Match - Ultimo atto

Si conclude col botto la stagione autunnale di Test Match: Inghilterra - All Blacks e Galles - Australia saranno battaglie d’orgoglio e rabbia, con un occhio puntato alla RWC 2015.

FARRELL SAVE THE QUEEN - L’analisi pre gara di Stuart Lancaster è stata puntuale come sempre: “Contro la Nuova Zelanda - ha dichiarato - dovremo essere perfetti in ogni fondamentale e nelle fasi statiche di rilancio del gioco: restart, mischia chiusa e touche; dovremo essere superlativi in difesa mantenendo la disciplina per non permettere che segnino punti soft mentre in attacco dovremo far fruttare ogni nostra minima occasione, tutti gli aspetti del gioco dovranno essere al top”.
Il problema diciamo noi è che l’Inghilterra fino ad ora è sembrata un po’ prevedibile e scolastica in attacco e decisamente spaesata nelle scelte di gioco, al di là delle sterili polemiche sulle scelte sui calci di punizione di capitan Robshaw è vero però che manca agli inglesi un’idea generale e condivisa di gestione nei momenti fondamentali delle partite di livello internazionale che li penalizza forse oltre misura rispetto a quanto di buono fanno vedere negli 80 minuti. Sì perché se è innegabile che l’Inghilterra risulti assai boring (come definita dalla stampa d’oltremanica) è altresì vero che giochi con un orgoglio e una cattiveria agonistica pazzeschi, da primi della classe.
Per cercare di essere più imprevedibili e coraggiosi nella gestione tattica Lancaster schiera al posto dell’infortunato Flood il giovane Farrell, fresco nominato fra i quattro Best player of the Year dall’International Board, che sicuramente potrà elettrizzare il gioco inglese con al suo fianco Youngs. Ben è stato preferito a Care, che va in panchina assieme all’esordiente Freddie Burns, numero 10 di Goucester e giocatore del mese di Aviva; da segnalare anche il ritorno di Courtney Lawes che potrà a gara in corso far valere le sue doti di combattente nato, e la conferma di Morgan come terza centro.
In casa All Blacks invece il nirvana giustamente raggiunto nell’ultimo anno è stato leggermente incrinato dalla (per altro generosissima) squalifica di sole 5 settimane ad Hore, reo di aver steso Bradley Davies con un destro alla tempia sganciato vigliaccamente da dietro sabato scorso nella sfida contro il Galles. Hansen si è dovuto dire sinceramente imbarazzato a riguardo mostrando ai media un lato incredibilmente coinvolto per lui dal punto di vista emotivo dal quale però stavolta non poteva proprio sfuggire.
Puntando gli occhi strettamente alla gara gli All Blacks sono sicuramente strafavoriti; come da noi già detto e ridetto stanno mostrando al mondo il miglior rugby di sempre e domani ritrovano pure Dan Carter. Dovranno comunque guardarsi di certo molto attentamente dalla furiosa Inghilterra che dopo aver perso di misura con Australia e Sudafrica non sopporterebbe scontentare il pubblico di Twickenham una terza volta; e poi le lunghe serie di vittorie prima poi devono finire.

ULTIMO TANGO A CARDIFF - Galles e Australia invece sono chiamate alla prova maiuscola che le faccia uscire dalla crisi. Anche se i Wallabies stanno cercando di assegnare il ruolo di pugile alle corde ai Dragoni spostando così l’attenzione dai loro problemi a quelli dei rivali che Deans dice di temere soprattutto perché disperati, la situazione in casa Aussie non è di certo migliore e infatti sabato viene rischiato nella sua posizione di open flanker il rientrante David Pocock. Gli assenti illustri però sono per noi in mediana, piangono infatti le casacche 9 e 10 non indossate da Genia e Cooper. Gatland però non ha aspettato un secondo a raccogliere la sfida tra numeri 7 evidenziando le qualità del suo Warburton anche nel capire come giocare adattandosi agli avversari che interpretano il ruolo in chiave diversa, Pocock è avvisato.
Ancora in terza linea poi colpisce la scelta dello staff gallese di lasciare in panchina Tipuric, parso il più in forma fra suoi compagni di ruolo, per schierare Shingler ma evidentemente Gatland vuole nel ruolo di blind flanker un giocatore molto forte e pesante e non ci pensa nemmeno a mettere Warburton in panchina.
Deans però non ha proprio tutti i torti: in un certo senso la gara di domani è disperata solo per il Galles! I Dragoni infatti giocheranno non solo per l’orgoglio di vincere almeno un Test in questo bruttissimo novembre ma soprattutto giocheranno per il loro futuro sul campo, se dovessero uscire dal Millennium perdendo o pareggiando infatti si vedrebbero schiantare in quella terza fascia del ranking che al sorteggio per i mondiali del 3 dicembre li potrebbe inserire con ogni probabilità in un girone terrificante; un esempio? Bene dall’urna potrebbe uscire una cosa come: Pool A - Nuova Zelanda, Irlanda, Galles, Fiji e un difficilmente invidiabile Canada. Occhi ben aperti!

Pietro Lagorio - Redazione 4rugby.it

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