Martedì 24 Gennaio 2012

Heineken Cup - La solitudine dei numeri uno

I quarti di finale e le prime reazioni dei protagonisti, chi la spunterà nei knockout games? Per le italiane invece è già tempo di bilanci: Benetton e Aironi, due storie diverse.

TRIFOGLIO DA LODE - E’ stato un cammino davvero eccezionale quello percorso fin qui dalle irlandesi di Heineken: mostrando un rugby a tratti mostruoso per intensità e qualità ben tre delle province d’Irlanda su quattro, la povera Connacht è finita ultima del proprio girone, si sono qualificate ai quarti di finale convincendo tutti: Munster, prima tra le prime con 25 punti in classifica; Leinster, anche lei saldamente in testa alla pool con 24 punti e qualificatasi con una giornata d’anticipo, e Ulster, uscita indenne dal girone de la muerte con Tigers e Clermont e arrivata seconda nella pool solo per gli scontri diretti sfavorevoli. "Almeno Munster e Ulster se la vedranno fra loro!" Questo avranno pensato le altre qualificate vedendo la griglia dei quarti, visto che alla Red Army è toccato ospitare i nordirlandesi in un derby celtico dal sapore antico che preoccupa non poco coach McGahan. L’allenatore capo di Munster infatti ha dichiarato che si aspetta una battaglia furiosa contro Ulster e che è rimasto impressionato per le prove date dai futuri avversari soprattutto in trasferta. I Campioni in carica di Leinster invece dovranno scontrarsi in un altro match imperdibile con la terribile avversaria Cardiff Blues, anche se, giocare fra le mura amiche dell’ Aviva Stadium, come ha ricordato Joe Schmidt, potrebbe significare per i suoi giocatori una vantaggio notevole, visto il calore che accompagna i Leoni nelle loro uscite europee. Sottovalutare Warburton e compagni non è comunque fra le scelte più indicate, basti ricordare il terribile Galles mondiale.

SPETTACOLO ASSICURATO – Sarebbe assurdo poi aspettarsi di meno dai rimanenti quarti Saracens-Clermont e Edinburgh-Toulouse. I campioni inglesi in carica vedono nella partita contro i transalpini una delle sfide più dure della stagione, come fanno sapere tramite l’ex capitano Springboks John Smit, ma il nuovo tallonatore dei londinesi si dice anche impaziente di sgambettare la sua Clermont, ci ha giocato due ottime stagioni, in una partita che per lui avrà sicuramente un significato particolare. La scozzese Edinburgh ospiterà invece Tolosa, guidata dall’infinito Guy Novés per la partita tra le due squadre più spettacolari del torneo, entrambe le formazioni hanno infatti nel gioco di corsa, aperto e spregiudicato il loro punto forte, e giocatori come Matanavu, attualmente metaman di coppa, e Medard per i transalpini, o Tim Visser e Lee Jones per gli scozzesi, possono decidere le partite in ogni momento e da ogni zona del campo. Vietato distrarsi.

TREVISO, ESEMPIO PER IL MOVIMENTO – Non possiamo infine congedare con un bilancio del torneo le nostre rappresentative, cominciando dalle note positive: Treviso è ormai da tempo un Club con un progetto chiaro, realistico e condiviso che si poggia a una tradizione forte e ad un legame col proprio territorio sempre alimentato con intelligenza e passione, ed è con questa ricetta che hanno reso possibile una delle migliori esperienze europee della storia delle squadre italiane. La Benetton ha chiarito immediatamente qual era il suo obiettivo, a sé e agli altri, provare a vincere in casa con delle prestazioni convincenti e guadagnare il rispetto delle proprie avversarie lontano da Monigo. Con un gioco semplice ma coraggioso, basato su poche cose fatte molto bene i giocatori guidati magistralmente dalla coppia di trevigiani adottivi Smith-Goosen, grande simbolo di continuità tra giocatori e staff, hanno mostrato all’Europa ovale una faccia del rugby italiano di cui tutti dovremmo andare fieri. Tutt’altra storia quella vista dalle parti di Viadana; per valutare l’avventura degli Aironi basta citare qualche numero: gli uomini di Williams finiscono il girone a zero punti, facendo registrare di gran lunga il peggiore attacco con 51 punti segnati in 6 partite e la peggior difesa con la mostruosa cifra di 274 punti subiti in altrettante gare. Quel che è peggio però è che in casa Aironi sembrano mancare identità, progetto e qualità, sia nelle scelte societarie sia in quelle tecniche, a questo punto il dubbio è motivato: che la ricetta magica della franchigia che attira i giocatori di livello non sia sbagliata per il panorama italiano?

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Pietro Lagorio - Redazione 4rugby

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